In questa luce non può passare inosservato il fatto che Ron Paul, il candidato “libertarian” per antonomasia, stia portando un notevole scompiglio nelle primarie repubblicane, iniziate qualche giorno fa (Vedi nota in coda sul meccanismo elettorale in USA).
Già nel luglio scorso avevamo segnalato il suo potenziale dirompente, in una situazione dove sempre più persone cominciano a capire che l’unico modo di risolvere i problemi sia quello di demolire alla radice l’attuale sistema monetario, che controlla di fatto nazioni intere tramite il meccanismo del debito infinito.
Essendo l’unico che ha sempre sostenuto la necessità di abolire prima di tutto la Federal Reserve – organismo attorno a cui ruota tutto il sistema monetario attuale - Ron Paul si trova già in posizione ideale per raccogliere i voti di tutti coloro che prima o poi arrivassero alle sue stesse conclusioni. Purtroppo per Paul le sue posizioni estreme nella politica sociale (ognuno per sè, e tanti auguri a tutti gli altri), lo rendono inaccettabile agli occhi dei progressisti e dei liberal, mentre il suo isolazionismo categorico (tutti i militari subito a casa, che Israele si arrangi da solo, noi non aiutiamo più nessuno) lo rendono improponibile all’establishment tout-court.
Nonostante questo Ron Paul è riuscito a raccogliere un consenso eccezionale fra gli elettori repubblicani nella prima tornata dell’Iowa, …
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