Si teme che i dati sul ceppo creato in laboratorio da scienziati olandesi e americani possano favorire eventuali bioterroristi
MILANO - Gli Stati Uniti hanno chiesto ad alcune riviste scientifiche specializzate di non pubblicare i dettagli di studi sperimentali su un ceppo influenzale potenzialmente devastante per la popolazione umana, per evitare che possano finire in mano a bioterroristi. Lo riporta il New York Times - specificando che è la prima volta che gli Usa avanzano una tale richiesta, pur sapendo che non hanno strumenti per obbligare gli editori ad autocensurarsi.
RICHIESTA - Il National Science Advisory Board for Biosecurity ha chiesto agli editori delle riviste Nature e Sciencedi omettere parte dei dati forniti dai due gruppi di ricerca (in Olanda e negli Usa) su un ceppo del virus H5N1 (quello dell'influenza aviaria) in grado di passare dagli animali alla specie umana. Il direttore di Science, Bruce Alberts, si è detto disponibile a non pubblicare alcuni elementi degli studi in questione, ma solo se il governo americano garantirà che verranno comunicati agli scienziati che li richiedono.
IL CASO - Il caso aveva acceso un dibattuto all'interno della comunità scientifica internazionale già alla fine di novembre, quando era stata diffusa la notizia che i ricercatori dell'Erasmus Medical Center di Rotterdam avevano prodotto una variante estremamente contagiosa del virus dell'influenza aviariaH5N1 in grado di trasmettersi facilmente a milioni di persone. Gli scienziati hanno scoperto che bastano cinque modificazioni genetiche per trasformare il virus dell'influenza aviaria (che finora ha ucciso 336 persone nel mondo su 573 casi registrati, con una mortalità quindi 58,6%, dati Oms del 15 dicembre 2011) in un agente patogeno altamente contagioso che potrebbe scatenare una pandemia. Il virologo alla guida degli esperimenti, Ron Fouchier, aveva riconosciuto che la variante geneticamente modificata è uno dei virus più pericolosi che siano mai stati prodotti. Secondo alcuni scienziati, non solo i dati non vanno pubblicati, ma la ricerca stessa non andava fatta. «È solo una cattiva idea quella di trasformare un virus letale in un virus letale e altamente contagioso», ha commentato Richard Ebright, biologo molecolare della Rutgers University nel New Jersey. Pubblicare lo studio però, come sostiene lo stesso Fouchier, aiuterebbe la comunità scientifica a prepararsi a una pandemia di H5N1. Sulla stessa linea d'onda l'italiano Fabrizio Pregliasco, virologo all'Università di Milano: «Non pubblicare lascerebbe i ricercatori al buio su come rispondere a un focolaio».
HONG KONG - Inoltre a Hong Kong sono stati abbattuti 17 mila polli dopo la conferma che tre esemplari sono stati uccisi la scorsa settimana da un ceppo di H5N1. Il governo dell'ex colonia britannica ha inoltre vietato le importazioni e la vendita di pollame vivo per tre settimane, dopo che una carcassa infetta è stata trovata martedì in un mercato all'ingrosso. Martedì una gazza morta è stata trovata in una scuola secondaria: era positiva al test dell'influenza aviaria. Un'altra scuola è stata chiusa venerdì scorso dopo la scoperta di un gabbiano morto positivo al virus.
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